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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Dal Sito Internet de il SOLE 24 ORE

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2009-01-28

       

 

CORRIERE della SERA

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2009-01-28

allo studio le misure per risolvere la crisi dell'azienda torinese

Governo-Fiat, vertice sull'auto

Epifani avverte: no a misure tampone

Allo studio un pacchetto entro i 300 milioni di euro. L'ipotesi è di allargare gli incentivi agli Euro Due

Gugliemo Epifani (LaPresse)

Gugliemo Epifani (LaPresse)

MILANO - È durato circa 45 minuti l'incontro tra i vertici della Fiat e il governo a Palazzo Chigi in vista del tavolo con imprese e sindacati. Per la Fiat erano presenti l'amministratore delegato, Sergio Marchionne, il presidente, Luca Cordero di Montezemolo e il vice presidente, John Elkann. Per l'esecutivo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola e Maurizio Sacconi, ministro del Welfare.

IL PRESSING - In queste ore prosegue il pressing di costruttori e sindacati del settore sul governo perché vari un pacchetto di aiuti sulla scia di quanto sta avvenendo in Europa. All'indomani dell'allarme lanciato da Sergio Marchionne ("Senza aiuti, 60 mila posti di lavoro a rischio" ha detto l'ad Fiat), a scendere in campo è il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. Sulla crisi del settore auto, è l'appello di Epifani, "il governo apra gli occhi e decida". Il numero uno della Cgil ha invitato l'esecutivo "a convincersi che non può affrontare crisi come quelle attuali con misure tampone come ha fatto finora".

INTERVENTO DA 290 MILIONI DI EURO - Il pacchetto allo studio del governo non dovrebbe superare i 300 milioni di euro e si tratterebbe di una spesa per sostenere interamente le vendite: in pratica una proroga degli incentivi per la rottamazione scaduti a fine dicembre. L'allargamento degli incentivi agli Euro due consentirebbe di ampliare la platea delle vetture che potrebbero sfruttare il bonus: tra le 200 e le 250.000. I manager avrebbero anche chiesto un sostegno diretto alle imprese di tutto il comparto perché le difficoltà della Fiat hanno effetti diretti su tutta la filiera della produzione: mettere in mobilità un operaio del Lingotto vuol dire mandare a casa quattro operai dell'indotto.

"INTERESSATO TUTTO IL SETTORE" - Nel frattempo Scajola ha anticipato che "i provvedimenti non saranno pro o contro la Fiat, ma dovranno interessare tutto il settore dell'auto". Dal canto suo il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi ha sottolineato che"c'è un evidente problema dell'industria dei beni di consumo durevoli, non solo dell'auto". E di contro, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, ha evidenziato come, quello dell'auto, "rimane sempre uno dei principali componenti" insieme "all'indotto che lo sostiene, della ricchezza nazionale". Di qui la "evidente necessità" di difendere il settore.

LEGA - C'è chi però come la Lega continua a puntare i piedi sui possibili aiuti alla Fiat da parte dello Stato. E lancia una proposta choc. "L’unica soluzione per poter aiutare il settore dell'auto, che in Italia è Fiat, è di acquisire da parte dello Stato e a costi bassi pacchetti azionari della società, dopo un aumento di capitale, in attesa del rilancio economico". È quanto dichiara, in una nota, il capogruppo della Lega in commissione Bilancio del Senato, Alberto Filippi, secondo il quale bisogna partire dal presupposto che "non debba essere sempre il contribuente italiano a sostenere in momenti di difficoltà la casa torinese. Quando la Fiat è in momenti di splendore - afferma Filippi - non mi sembra che lo Stato ne ricavi qualcosa. Con l'acquisto dello Stato di pacchetti azionari del gruppo Fiat, si eviterebbero casse integrazioni, rilanciando così il settore senza che il contribuente debba omaggiare a fondo perduto". Anche il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, (leghista) ribadisce il suo no agli aiuti alla Fiat: "Un conto è se si interviene sull’intero settore, un conto è se lo si fa su una singola azienda. Sessantamila posti non sono a rischio solo alla Fiat ma in tanti altri settori. Quindi no agli aiuti solo alla Fiat, si possono prendere in considerazione interventi su tutto l’indotto automobilistico".

D'ALEMA - Il malcontento della Lega trova d'accordo anche l'ex ministro degli Esteri e dirigente del Pd Massimo D'Alema: "A questo punto un aiuto alla Fiat mi sembra inevitabile. Ma il problema è che manca una politica industriale per cui alla fine si farà un favore alla Fiat e credo che questo irriterà gli altri imprenditori e in particolare le piccole e medie imprese" ha detto D'Alema intervistato a "Zona Severgnini" su Sky Tg24.

GRAN BRETAGNA - Intanto il governo britannico ha annunciato gli aiuti al settore dell'auto, ma, come ha precisato un portavoce di Downing Street "non si tratta di un salvataggio" come quello offerto alle banche. Il piano prevederebbe però aiuti al settore per 2,5 miliardi di euro.

27 gennaio 2009(ultima modifica: 28 gennaio 2009)

 

REPUBBLICA

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2009-01-28

Al summit di Davos l'ad dell'istituto di credito conferma i contatti con il Lingotto

Secondo indiscrezioni sarebbe in arrivo un finanziamento di circa 3 miliardi di euro

Banca Intesa valuta prestito a Fiat

Passera: "Ci stiamo lavorando"

Banca Intesa valuta prestito a Fiat Passera: "Ci stiamo lavorando"

DAVOS - "Stiamo lavorando con loro sul prestito. Cifre non ne faccio". Così l'amministratore delegato di Banca Intesa, Corrado Passera ha confermato la possibilità di un finanziamento da parte delle banche al gruppo automobilistico. "Da sempre - ha detto Passera parlando a margine dei lavori del Word Economic Summit di Davos - lavoriamo con Fiat e siamo sempre stati vicini all'azienda e ai suoi progetti. Lo siamo sempre stati e continuiamo a esserlo". Secondo le voci circolate sulla stampa Unicredit, Banca Intesa e Bnp Paribas starebbero preparando un prestito da circa 3 miliardi di euro per il gruppo torinese.

Ieri a Palazzo Chigi il governo si è riunito con l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, il presidente Luca Cordero di Montezemolo e il vicepresidente John Elkann per fare il punto della situazione sulla crisi del settore auto.

(28 gennaio 2009)

 

 

 

 

 

Le concessionarie italiane spiazzate dalla concorrenza estera. Enormi

differenze di prezzo e rischio paralisi per la nostra rete di vendita

Panda a 4900 euro, Punto a 6400

Tutti a comprare in Germania

di VINCENZO BORGOMEO

Un'immagine sulla rottamazione dal sito Fiat.de

Solo 4990 euro per una Panda, 6450 per una Grande Punto e 9.990 per una Bravo: no, non sono usate, ma nuove di zecca e con tre anni di garanzia. Questi i prezzi di listino Fiat in Germania dove sono stati appena lanciati gli incentivi statali: non c'è bisogno di essere grandi analisti per scoprirlo, basta andare un secondo sul sito www.fiat.de per verificare come il mondo dell'auto, in Italia, sia davvero sull'orlo del baratro.

BLOG, dite la vostra

E già perché se verranno confermate le prime indiscrezioni sugli incentivi che l'Italia si appresta a varare (si parla di 1000 euro a macchina) durante la riunione di oggi pomeriggio al Governo, significa che ci sarà un fiume di auto comprate in Germania e poi rivendute in Italia.

Oggi sul nostro mercato una Panda costa infatti nella migliore delle ipotesi (km0, promozione Fiat sommata a sconti della concessionaria), 8000 euro, una Grande Punto 10 mila e una Bravo 14 mila: differenze di prezzo da tre a cinquemila euro quindi con le stesse vetture vendute in Germania.

D'altra parte oggi è fin troppo facile andare in Germania, comprare un'auto e poi tornare in Italia, soprattutto per un operatore del settore che non avrà certo difficoltà - con la crisi che c'è - a ottenere auto con sconto rottamazione per poi rivenderle in Italia. E il rischio che le concessionarie italiane si trovino spiazzate ai danni degli importatori diventa reale. Non è vero infatti che per usufruire degli incentivi tedeschi debba occorra essere residenti in Germania come hanno riportato alcuni giornali e siti web: il regolamento della Ue lo vieta. Basta che l'acquirente dimostri che l'auto sia rottamata effettivamente e che sia stata posseduta da più di un anno.

 

Con queste premesse, insomma, diventa folle pensare che il nostro mercato dell'auto possa ripartire con un misero incentivo di 1000 euro. Come scrive infatti "Suddito" nel nostro blog: "Andate sul sito www.fiat.de cioè l'homepage del sito FIAT e guardate le offerte: fammi questi prezzi anche qui e vedi che la compro la macchina nuova".

Difficile, davvero difficile dargli torto. E allo stesso modo è difficile capire perché all'interno dell'Europa si debba avere una tale differenza di prezzi per lo stesso prodotto. Insomma siamo tornati di colpo agli anni Ottanta, al periodo che fece nascere il fenomeno degli 'importatori' paralleli e che trasformò il mercato dell'auto in Italia in una specie di Giungla senza regole e senza tutele per il consumatore.

Così oltre ad avere il problema della sovrapproduzione, dei conti in rosso, delle auto che non si vendono, ora le case automobilistiche in Italia dovranno fare i conti anche con i loro 'colleghi' degli altri mercati che inonderanno il nostro Paese di modelli a prezzi stracciati. E si troveranno di nuovo a gestire, come negli anni Ottanta, un enorme contenzioso per garanzie di auto a cui - per legge - sono obbligati a dare assistenza.

(28 gennaio 2009)

 

 

 

L'UNITA'

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2009-01-28

Crisi auto, solo 300 milioni Tremonti: i soldi non ci sono

di Bianca Di Giovanni

Un incontro in notturna a Palazzo Chigi tra i vertici Fiat e alcuni membri del governo (presenti i ministri Giulio Tremonti, Claudio Scajola e Maurizio Sacconi, oltre a Gianni Letta) ha dato il via al round di colloqui sulla crisi dell’auto. Oggi ci sarà il tavolo già preannunciato, a cui partecipano anche i sindacati. La casa torinese (che ha chiesto di essere ricevuta) fa pressing per un sostegno immediato al comparto, in linea con gli altri Paesi europei.

Secondo indiscrezioni Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne avrebbero spinto per una riapertura della rottamazione già avviata dal governo Prodi: una misura che alla fine è costata meno dei 700 milioni previsti perché si è ripagata con il maggior gettito Iva. Ma sul fronte governativo ci sono ancora parecchie nubi. Il governo starebbe mettendo a punto un pacchetto dall’importo complessivo di circa trecento milioni di euro, una spesa per sostenere interamente le vendite e che in pratica è la proroga degli incentivi per la rottamazione scaduti a fine dicembre e ancora non rinnovati. Al momento sembra escluso qualsiasi intervento sul bollo. Nell’esecutivo però sono ancora molti i dubbi, a partire da quelli targati Lega, e che si saldano con alcune perplessità di Tremonti. "I soldi non ci sono", insistono fonti vicine al Tesoro. È probabile che sia in atto l’ennesimo braccio di ferro e che alla fine ad essere decisivo sarà l’intervento di Letta.

Il gruppo torinese, nel corso del confronto di ieri sera durato circa un’ora, avrebbe ribadito la necessità di intervenire in sostegno dell’intera filiera del trasporto. L’ipotesi di procedere con gli incentivi avrebbe trovato ovviamente d’accordo i vertici del Lingotto, che però avrebbero proposto di estendere la platea anche ai veicoli Euro2. Il che farebbe salire il parco macchine potenzialmente interessato a quota 200-250mila vetture. Misure per i "piccoli", sgravi per il popolo delle partita Iva, e interventi in soccorso dei camion (pesantissimo il calo degli ordini) sono fra gli altri interventi indicati come auspicabili.

Intanto Tremonti non sente ragioni. Sul decreto anti-crisi incassa l’undicesima fiducia in Senato, senza correzioni sufficienti. L’esecutivo "non ha la consapevolezza della gravità della situazione e non è capace di assumersi pienamente la responsabilità di affrontare la crisi con misure efficaci - attacca in aula la presidente del gruppo Pd Anna Finocchiaro - Le misure contenute nel provvedimento sono assolutamente insufficienti. La sottovalutazione che la maggioranza fa di quello che sta avvenendo è gravissima. E le famiglie, i lavoratori e gli imprenditori lo sanno benissimo". Anche in Senato, come era accaduto alla Camera, nella maggioranza si registrano i malumori dell’Mpa, il partito di lombardo. Il fato è che i fondi del Fas (destinati per lo più a sud), continuano ad essere utilizzati per altri scopi.

Nella corsa a reperire nuovi fondi, si scopre anche che il governo ha prima congelato, poi cancellato il piano-casa. "Annunciato con squilli di trombe, il piano è scomparso miseramente dalla scena, trasformato dalla maggioranza in una sceneggiata senza fine",denunciano Andrea Martella e Raffaella Mariani capogruppo Pd in commissione Lavori pubblici della Camera.Dei circa 800 milioni stanziati da Prodi per il 2008, ne rimangono un centinaio. E non solo: le Regioni vengono escluse dal processo decisionale sull’utilizzo delle risorse.

Continua intanto il monitoraggio sul credito da parte delle autorità di vigilanza, che ieri si sono riunite nel Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria. La crisi sta incidendo sulla qualità, anche se la liquidità è migliorata rispetto a ottobre.

28 gennaio 2009

 

 

 

 

 

 

Epifani, crisi auto: 'No a misure tampone'

In vista del tavolo di giovedì a palazzo Chigi sulla crisi nel settore automobilistico, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, intervenuto questa mattina a Milano all'assemblea nazionale quadri e delegati Fillea Cgil, lancia un monito al governo perché "apra gli occhi e decida". "Bisogna che il governo - ha detto Epifani - si convinca che non può affrontare la crisi con qualche misura-tampone come ha fatto finora. Serve un intervento su più settori che hanno problemi, avere un'idea e una politica industriale".

Epifani ha ricordato che l'auto è oggetto di politiche di sostegno da parte dei governi in tutta Europa e riguardo all'allarme sui 60 mila posti a rischio lanciato da Marchionne, ha detto: "corrisponde a quello che abbiamo detto noi". Ai cronisti che gli chiedevano un parere sulla posizione della Lega, contraria agli aiuti per il settore automobilistico, ha risposto: "la Lega pensa che non bisogna aiutare le grandi aziende, ma solo le piccole. È una discussione di cui capisco il senso, ma che non tocca il cuore del problema - ha aggiunto Epifani -. Se tu aiuti in maniera intelligente i settori in difficoltà, poi a cascata aiuti tutta la filiera; quando Fiat è in crisi - ha spiegato il segretario generale della Cgil - le prime aziende che saltano sono quelle dell'indotto".

Il segretario generale della Cgil ha poi rimarcato che "serve un intervento non solo su un settore, ma su più settori che hanno problemi. Serve - ha spiegato Epifani - avere un'idea e una politica industriale: l'auto in tutta Europa è oggetto di politica da parte dei governi". Il leader della Cgil ha quindi ricordato che negli altri Paesi del vecchio continente non si sta provvedendo solo a misure per il settore auto e, in tal senso, ha citato il caso della Francia dove si stanno adoperando per aiuti "al settore del trasporto e delle costruzioni aeree mentre, in altri Paesi, si stanno affrontando problemi legati alle infrastrutture e alla formazione".

Sui referendum per i contratti Epifani ha quindi aggiunto: "Se Cisl e Uil confermeranno il loro no al referendum andremo a fare

assemblee in tutti i luoghi di lavoro per registrare il consenso e il dissenso dei lavoratori sull'ipotesi di accordo e sulle nostre valutazioni". Ma non solo: "Faremo una grande campagna che non si limiterà ai posti di lavoro".

Infine il segretario non risparmia una stoccata al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che aveva definito la Cgil il suo più grande nemico. La risposta di Epifani è secca: "Cosa c'entra questo quando si parla di salari o democrazia? Trovo che questa sia ideologia. Ideologico - ha ribadito Epifani - è chi dice che la Cgil è un nemico e un avversario: alla Cgil puoi dire tutto, ma devi rispondere sul merito. Questo - ha concluso - è il modo di confrontarsi con chi ha delle opinioni".

 

27 gennaio 2009

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-01-28

Auto, pronto l'ecobonus. Rate agevolate e aiuti a ricerca

di Carmine Fotina

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Auto, dal Governo britannico aiuti per 2,5 miliardi di euro

Crisi dell'auto, Epifani: "Il Governo la smetta con misure tampone"

Ordinativi crollati: è il livello più basso dal '98

Indotto, si cercano 260-290 milioni

COMMENTI / Che ne pensi degli aiuti al settore auto?

Visita lampo di Marchionne alla Chrysler in Michigan

Interventi rapidi per dare una scossa al mercato. È questo il filo conduttore del piano per l'auto che il Governo presenterà oggi nel tavolo istituzionale convocato a Palazzo Chigi. Se ne è discusso ampiamente anche ieri sera, nel corso del vertice Governo-Fiat durato circa un'ora e al quale hanno partecipato il sottosegretario Gianni Letta, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e i vertici del Lingotto: il presidente Luca Cordero di Montezemolo, il vicepresidente John Elkann e l'amministratore delegato Sergio Marchionne.

La priorità è trovare risorse per il sostegno alle vendite e contenere il calo previsto per il 2009. Per gli interventi di medio-lungo termine destinati alla ricerca, anche se rientrano nel pacchetto allo studio, la dote potrà essere individuata anche in un secondo momento. Quanto al fabbisogno complessivo, le cifre circolate due giorni fa (da 260 a 290 milioni) sarebbero comunque da correggere al rialzo, fino ad almeno 400 milioni. Ed è questo il punto più critico: Tremonti ribadisce gli stringenti vincoli di bilancio e punterebbe su interventi meno onerosi di quelli esaminati fino a oggi dal ministero dello Sviluppo.

Se passerà comunque la linea Scajola, nell'incontro di oggi con i sindacati, le associazioni dei produttori (Anfia e Unrae) e i rappresentanti di componentisti e costruttori di moto e scooter si parlerà innanzitutto di una nuova campagna di rottamazione per favorire l'acquisto di modelli Euro 4 e Euro 5 in sostituzione di vetture Euro 0, Euro 1 ed Euro 2. Nel caso dell'Euro 2, si pensa di includere anche le vetture targate tra il 1998 e il 1999 mentre il vecchio provvedimento limitava la platea a quelle targate fino al 1997. Si formerebbe così un nuovo bacino di circa 4,5 milioni di vetture delle quali, secondo i costruttori, nel prossimo anno 200-250mila potrebbero essere sostituite con auto ecologiche; il risultato sarebbe il dimezzamento del calo previsto per il mercato: dal -20 al 10 per cento. La vecchia rottamazione prevedeva un bonus tra 700 e 800 euro mentre il nuovo provvedimento potrebbe alzare l'incentivo oltre i 1.000 euro in modo proporzionale alla quantità di Co2 che viene abbattuta.

Per sostenere le vendite a rate, invece, il ministero dello Sviluppo pensa ad agevolazioni fiscali oppure a un fondo di garanzia dedicato all'auto. Anche in questo caso la Francia fa scuola con il suo intervento a sostegno delle finanziarie di Renault e Psa Peugeot Citroen.

Scajola precisa che le misure "non saranno pro Fiat o contro Fiat ma devono interessare tutto il settore che produce l'11,4% del Pil nazionale e un gettito fiscale di 81 miliardi di euro". E non sono, secondo il ministro, misure cui poter rinunciare: "Nel 2008 c'è stato un calo del 13,4%. Se perdurasse questo andamento negativo delle immatricolazioni, comporterebbe una riduzione del gettito Iva di 700 milioni, da uno a tre miliardi del gettito fiscale e maggiori oneri per la cassa integrazione straordinaria per 500 milioni". Dal leader Pd Walter Veltroni arriva l'appoggio a misure in chiave ecologica, mentre Massimo D'Alema giudica inevitabili gli aiuti alla Fiat ma con conseguente "grande irritazione in tutti gli imprenditori piccoli e medi".

In pieno movimento anche il nuovo fronte americano della Fiat. Lo scorso week end, in Michigan, Marchionne ha fatto visita al quartier generale della Chrysler. A renderlo noto, con una e-mail ai dipendenti, Robert Nardelli, l'amministratore delegato della casa americana nella quale Fiat entrerà con il 35 per cento.

 

 

 

 

Fiat "eterno miracolo" per Les Echos

di Elysa Fazzino

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Gli italiani non smettono mai di stupire i cugini d'Oltralpe: "Fiat o l'eterno miracolo italiano" titola oggi Les Echos. In un'analisi dai toni piuttosto positivi, che si può leggere sul suo sito Internet, il quotidiano economico francese esamina le prospettive aperte dall'accordo con l'americana Chrysler, senza dimenticare le voci sui negoziati con la francese Psa, la casa di Peugeot e Citroën: "Il costruttore italiano lancia il ballo delle alleanze".

"Il miracolo italiano avrà sempre la forma di un vasetto di yogurt", la 500, esordisce l'articolo. Negli anni '60 è stata la Cinquecento a permettere a tutta una generazione di "giovani transalpini" di emanciparsi e al Paese di avviarsi verso la modernità. Oggi è ancora la piccola 500, scrive les Echos, che sembra tirare la Fiat fuori dall'impasse e autorizzarle ogni audacia. Un'audacia "come quella di acquistare Chrysler, per esempio!" esclama il quotidiano, iniziativa ambiziosa "per un'impresa di cui a intervalli regolari si prevede la sparizione". Citando un saggio sulla "lenta decomposizione" della dinastia Agnelli di Pierre de Gasquet, l'articolo ricorda che dalla fine degli anni ‘90 la maggior parte dei dirigenti dell'azienda e dei banchieri italiani si pongono il problema della vendita del costruttore automobilistico a un concorrente straniero. "Troppo piccola, troppo italiana, Fiat è da tempo condannata da tutti gli specialisti, compreso il clan Agnelli".

Eppure, "con il suo cocktail di nuovi prodotti e di muscolosa ristrutturazione", Sergio Marchionne è riuscito a "ridare fiato e speranza alla vecchia signora di Torino". Fiat esce con onore, grazie alla 500, perfino da una fine 2008 catastrofica per l'industria automobilistica mondiale. "Resta da vedere quale sia la solidità di un tale ritorno in forma", continua Les Echos, ricordando che l'indebitamento della Fiat è in rialzo e i profitti sono in calo. "Fedele a una certa teatralizzazione degli affari", Marchionne ha dichiarato, in una "stupefacente" intervista ad Automotive News, che la Fiat non ha un avvenire da sola e che un costruttore automobilistico per avere un futuro deve poter produrre almeno 6 milioni di veicoli all'anno.

Il mondo dell'automobile sta già attuando la condivisione di piattaforme. La novità di Marchionne, secondo Les Echos, è che "introduce l'idea che questo modello si generalizzerà a tutta la gamma e che la crisi accelera il fenomeno, obbligando tutti coloro che sono al di sotto della massa critica a raggrupparsi". Di qui l'alleanza con Chrysler e "le voci sempre più insistenti" di negoziati con Psa, partner regolare della Fiat.

Bolla dell'automobile

Per Les Echos, la crisi ha rivelato "una sorta di bolla dell'automobile": si sono costruite troppe capacità produttive, troppe fabbriche. Con un consumo rallentato, più sensibile ai vincoli ambientali e in cerca di prodotti più personalizzati, "bisogna massificare dal lato della produzione e frammentare dal lato della vendita". Di qui, continua il quotidiano, la possibile comparsa di "costruttori quasi senza fabbrica", che si accontentano di fare del design, del marketing e della vendita. E' quello che Marchionne chiama "il modello Apple". L'aspetto doloroso dello schema è che implica chiusure di fabbriche.

Marchionne, conducendo il ballo, tenta di avvantaggiarsi "appoggiandosi paradossalmente sulle sue debolezze". La Fiat, spiega Les Echos, è uno degli ultimi al mondo a essere un conglomerato meccanico, come erano i suoi concorrenti una ventina d'anni fa. L'automobile rappresenta solo ma metà del giro d'affari, il resto si divide tra macchine agricole e di lavori pubblici (Case, New Holland) e i mezzi pesanti (Iveco) – "due attività cicliche per ora redditizie" - l'attrezzatura auto (Magneti Marelli), i motori e le macchine (Comau). E anche nell'automobile ha separato la filiera generalista – con i marchi Fiat, Alfa Romeo e Lancia – dalle "pepite di lusso", Ferrari e Maserati (queste ultime rappresentano il 7% delle vendite e il 30% del risultato operativo e non sono toccate dal grande gioco).

Il gruppo Fiat, secondo il quotidiano francese, può quindi più facilmente di altri sacrificare il suo ramo auto sull'altare della modernizzazione del settore. Per di più, ha il vantaggio di controllare il 25% del mercato brasiliano, un punto di forza per parlare con gli americani come Chrysler, "anche se la crisi rallenta seriamente le vendite in questo promettente Paese". Ultimo vantaggio nei negoziati, la sua specializzazione nelle "piccole". I segmenti A e B rappresentano oltre il 60% delle sue vendite, "a lungo considerata una tara, oggi è un vantaggio". "Fiat può essere una piattaforma mondiale di fabbricazione di piccole vetture". Inoltre, ha un portafoglio di marchi di prestigio come Alfa Romeo.

In conclusione, con "l'aureola del successo della bella 500", confrontato con il baratro del crollo del mercato, Marchionne "sa che gli resta poco tempo per salvare l'ultimo costruttore italiano dal disastro e che non sarà mai così ben piazzato come oggi per fare delle sue debolezze un vantaggio" e per fare dei suoi "vasetti di yogurt" la promessa di giorni felici.

 

 

 

Passera: "Stiamo lavorando per prestito a Fiat"

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Intesa Sanpaolo sta lavorando con Fiat per la concessione di un prestito. Lo ha detto l'ad della banca, Corrado Passera, a margine del World Economic Forum, iniziato oggi a Davos. "Da sempre lavoriamo con Fiat e siamo vicini all'azienda e ai suoi progetti. Lo siamo sempre stati e continuiamo ad esserlo. Stiamo lavorando con loro sul prestito. Cifre non ne faccio" ha detto Passera.

"In questi anni Fiat ha fatto un grande lavoro" ha poi indicato Passera in un'intervista al Tg3. "La Fiat non è solo importante in quanto azienda a se stante ma per tutto ciò che ha intorno: parlare di Fiat e dell'indotto vuol dire parlare di migliaia di aziende medio-piccole e di centinaia di migliaia di posti di lavoro, diretti e indiretti. È quindi un tema importantissimo per il nostro lavoro e per il nostro Paese", ha sottolineato l'a.d. di Intesa Sanpaolo.

L'istituto è sempre "stato vicino alle aziende che affrontano un tema di ristrutturazione e di rilancio". Nel caso di Fiat, il problema "è una crisi a livello mondiale del settore ma è una crisi che poi finirà". Passera comunque non vuole che si considerino i finanziamenti alla stregua di aiuti: "Non parliamo di aiuti: le banche fanno finanziamenti alle aziende che hanno progetti per risanarsi e rilanciarsi. Il caso della Fiat è stato da tutti valutato come un grande lavoro di risanamento. Ora c'è un momento di difficoltà e le banche devono fare il loro mestiere: quello di stare vicino e di finanziare progetti credibili e sostenibili, guidate da persone con altrettante credibilità. È quello che stiamo facendo", ha concluso l'a.d.

 

 

 

 

Auto, S&P: tra i big il rischio bancarotta è reale

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Standard and Poor's vede nero per il futuro del settore auto. La situazione è critica per i fornitori di componenti in tutto il mondo, avverte l'agenzia di rating, ma non solo. Negli Stati Uniti, in particolare, S&P "ritiene che il rischio di bancarotta di uno o più produttori è tuttora elevato". Nè migliori sono le prospettive per i fornitori in Europa, dove Standard and Poor's si attende un 2009 "estremamente duro, con le immatricolazioni di auto che saranno al massimo in linea con il calo di circa l'8,4% del 2008".

È il panorama delineato dall'agenzia di valutazione del credito nel rapporto "Global Auto Suppliers" nel quale analizza in particolare la situazione del mercato dei fornitori di componentistica automobilistica. Negli Usa S&P si attende un calo del 24% delle vendite di furgoncini nel 2009 rispetto a un già debole 2008, con un ribasso di addirittura il 38% rispetto a due anni fa. E prevede che profitti e flusso di cassa peggioreranno sensibilmente per la maggior parte dei fornitori mentre alcuni di essi andranno incontro a una crisi da liquidità e forse anche alla bancarotta.

In Europa occidentale, sottolinea l'agenzia di rating, il ribasso delle immatricolazioni nell'ultimo trimestre del 2008 è stato di circa il 15% e i fornitori di componenti hanno dovuto affrontare l'improvvisa frenata degli ordini da parte dei produttori. "Inoltre ci aspettiamo che i livelli di debito aumenteranno" con scarsa possibilità, in molti casi, di avere accesso al credito. "L'attuale situazione non ha molto di positivo - avverte S&P - anche se alcuni fattori potrebbero aiutare a rischiarare un pò le prospettive". In primis il recente calo dei prezzi delle materie prime che controbilancerà in parte i minori profitti.

Anche in Giappone la situazione è analoga. S&P si attende infatti che gli utili "caleranno bruscamente nell'anno fiscale 2008 in contrasto con la solida crescita messa a segno nell'anno fiscale 2007".

 

 

 

 

Auto, dal Governo britannico aiuti per 2,5 miliardi di euro

di Nicol Degli Innocenti

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Lo stabilimento Vauxhall (Reuters)

Il Governo verso il rinnovo degli incentivi

Auto, S&P: tra i big il rischio bancarotta è reale

Crisi dell'auto, Epifani: "Il Governo la smetta con misure tampone"

Auto, Marchionne: in Italia 60mila posti a rischio

Ordinativi crollati: è il livello più basso dal '98

Indotto, si cercano 260-290 milioni

COMMENTI / Che ne pensi degli aiuti al settore auto?

Visita lampo di Marchionne alla Chrysler in Michigan

Dossier 2 e 4 ruote

LONDRA - Arrivano gli aiuti al settore dell'auto britannico: il ministro del Business Peter Mandelson oggi pomeriggio, martedì 27 gennaio, ha annunciato una serie di misure per sostenere l'industria automobilistica in crisi. Londra garantirà fino a un massimo di 1,3 miliardi di sterline (1,4 miliardi di euro) di prestiti della Banca europea degli investimenti e garantirà anche 1 miliardo di sterline di crediti ulteriori non coperti dalla Bei, in particolare per finanziare investimenti in tecnologie "verdi".

Mandelson, parlando alla Camera dei Lord, ha detto che l'industria automobilistica si è trovata "in prima linea" durante la crisi e dall'estate a ora "è precipitata più in basso e più rapidamente di ogni altro settore." Il ministro ha però sottolineato che le misure annunciate oggi "non sono un pacchetto di aiuti" perchè il settore dell'auto "non è un'anatra zoppa." Lo scopo del pacchetto è piuttosto "dare un sostegno all'industria automobilistica, un aiuto concreto per gettare le fondamenta della sua rinascita per un futuro di basse emissioni."

Si tratta quindi di "reinventare" l'industria automobilistica, cruciale all'economia britannica e al cuore di molte economie regionali, ha detto Mandelson: "Non stiamo offrendo un assegno in bianco, non stiamo offrendo sussidi. Ci impegniamo a controllare che ogni mossa sostenuta dallo schema meriti i soldi dei contribuenti, ci permetta di rendere più verde la ripresa economica in Gran Bretagna, ci porti notevole innovazione in tecnologie per il lungo termine e infine crei posti di lavoro e corsi di formazione." Il Governo si impegna anche a spendere 100 milioni di sterline in corsi di formazione per dipendenti del settore, ha detto Mandelson, un netto aumento rispetto al budget attuale di 65 milioni di sterline.

Lo stesso messaggio è stato ribadito oggi dal portavoce del premier Gordon Brown: il settore automobilistico ha un "grande futuro" e deve solo essere aiutato a superare le difficoltà temporanee causate dalla crisi finanziaria e dalla recessione, ha detto. Mandelson domani incontrerà i dirigenti dell'industria automobilistica per discutere dei dettagli del piano annunciato oggi. La settimana scorsa la Society of Motor Manufacturers and Traders aveva avvertito che il settore sta "lottando per la sopravvivenza."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Crisi dell'auto, Epifani: "Il Governo la smetta con misure tampone"

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27 gennaio 2009

Auto, Marchionne: in Italia 60mila posti a rischio

Ordinativi crollati: è il livello più basso dal '98

Indotto, si cercano 260-290 milioni

COMMENTI / Che ne pensi degli aiuti al settore auto?

Visita lampo di Marchionne alla Chrysler in Michigan

Dossier 2 e 4 ruote

 

Sulla crisi del settore auto "il governo apra gli occhi e decida". Così il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani che nel corso dell'assemblea nazionale dei quadri e delegati Fillea-Cgil, ha invitato il governo "a convincersi che non può affrontare crisi come quelle attuali con misure tampone come ha fatto finora".

Il segretario generale della Cgil ha poi rimarcato che "serve un intervento non solo su un settore, ma su più settori che hanno problemi. Serve - ha spiegato Epifani - avere un'idea e una politica industriale: l'auto in tutta Europa è oggetto di politica da parte dei governi".

Riguardo alle dichiarazione dell'ad di Fiat Sergio Marchionne sui 60mila posti di lavoro a rischio nel settore auto, Epifani ha detto che "non deve stupire che c'è una sintonia di valutazione, perché Marchionne sa com'è la situazione". Epifani ha poi aggiunto che quanto detto da Marchionne "corrisponde a quello che abbiamo detto già noi".

Il leader della Cgil ha quindi ricordato che negli altri Paesi del vecchio continente non si sta provvedendo solo a misure per il settore auto e, in tal senso, ha citato il caso della Francia dove si stanno adoperando per aiuti "al settore del trasporto e delle costruzioni aeree mentre, in altri Paesi, si stanno affrontando problemi legati alle infrastrutture e alla formazione".

Il segretario generale della Cgil ha poi risposto ad una domanda riguardo alla contrarietà della Lega agli aiuti di Stato alla Fiat affermando di "capirne il senso" perché "la Lega pensa che non bisogna aiutare le grandi aziende ma solo le piccole". Secondo Epifani la Lega "non tocca il cuore del problema: se tu aiuti in maniera intelligente i settori in difficoltà, poi a cascata aiuti tutta la filiera, anche le piccole e piccolissime imprese".

 

Il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli ribadisce il no della Lega agli aiuti alla Fiat: "No ad interventi in aiuto solo di una singola azienda", disponibilità invece a ipotizzare un sostegno che riguardi l'intero indotto del settore auto. Così il ministro, a margine del primo via libera della Camera al decreto taglialeggi, commenta l'ipotesi che arrivino nuove misure per il settore automobilistico che favoriscano in particolare la Fiat in vista dell'incontro di questa sera a Palazzo Chigi tra il governo e l'ad della Fiat Sergio Marchionne. E l'allarme occupazione? "Ribadisco - replica - la posizione che ho espresso", anche perché l'occupazione non è una questione che tocca "solo la Fiat". Per quanto riguarda poi in particolare l'ipotesi di intervenire estendendo e ampliando gli incentivi per la rottamazione, Calderoli replica solo: "Il tavolo c'è domani. Aspettiamo".

Anche Federmeccanica ha espresso "viva preoccupazione" per la situazione economica eoccupazionale del settore metalmeccanico, e ha auspicato interventi "forti e immediati", come quelli adottati degli altri paesi europei a sostegno delle imprese del settore metalmeccanico. Favorevole a un intervento anche il Fismic, il sindacato autonomo dei metalmeccanici, che domani in concomitanza con l'incontro del governo manifesterà davanti a Palazzo Chigi: "Saremo a Roma a manifestare per il sostegno all'industria del settore auto. auspichiamo che il governo si assuma le proprie responsabilità e ricerchi una soluzione alla crisi condivisa con le parti sociali".

Intanto, in attesa del tavolo che si terrà domani a Palazzo Chigi, si fanno le prime ipotesi sui provvedimenti del governo, che potrebbero riguardare incentivi alle vendite a favore di tutto il comparto. Tra le ipotesi che circolano, vi sarebbe quella di interventi tra i 260 e i 290 milioni di euro, ferma restando la necessità di individuare le necessarie coperture finanziarie, tramite un provvedimento che potrebbe ricalcare giuridicamente le misure varate nel 2003.

 

 

 

 

Ordinativi crollati: è il livello più basso mai raggiunto dal '98

di Paolo Malagodi

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Martedí 27 Gennaio 2009

Procede al rallentatore il mercato italiano auto, partito con un portafoglio di soli 157.500 ordini a inizio gennaio. Notevolmente inferiori ai quasi 226mila inevasi di avvio 2008 e al più basso livello da quando, nel 1998, è iniziata la rilevazione degli ordinativi a cura di Anfia per le marche italiane e di Unrae per quelle estere. In una serie che evidenzia quanto gennaio abbia potuto contare su un ricco portafoglio: per garantire a tale mese, insieme a marzo, i massimi livelli immatricolativi dell'annata.

Ma il crollo della domanda a 2.034.059 ordini nel 2008, in calo di quasi 483mila unità e del 19,2% sui 2.517.036 precedenti, ha falcidiato la dote di inevasi. Con riflessi aggravati dalla scadenza, il 31 dicembre scorso, degli ecoincentivi al rinnovo del parco, con un bonus sino a 800 euro per la rottamazione sia delle Euro 0, sia delle Euro 1 e con estensione, nel 2008, alle Euro 2 targate prima del 1997.

Nulla di strano se, in un simile contesto, il corrente mese sia stato caratterizzato da una limitata affluenza ai saloni delle concessionarie. Da parte di una clientela che, nell'ipotesi di permutare la vettura, si è spesso vista negare l'erogazione di un credito rateale, strumento che nel 2008 ha interessato l'80% delle vendite di auto a privati e l'85% nel 2007. Per restrizioni sui finanziamenti correlate alle incerte prospettive occupazionali e di reddito offerte, nell'attuale congiuntura, dai potenziali beneficiari.

Criticità che si avvia, nondimeno, a trovare parziale rimedio negli emendamenti introdotti, con la votazione alla Camera, dal decreto anticrisi. Con il quale si dispone (art.3, comma 13 bis) che "per agevolare il credito automobilistico, l'imposta provinciale di trascrizione (IPT) per l'iscrizione al pubblico registro automobilistico (PRA) di ipoteche sui veicoli è prevista in 50 euro. La cancellazione di tali ipoteche è esente da tale tributo". Una variazione di non poco conto che, dopo il vaglio entro questo mese del Senato, offrirà a chi eroga il prestito una ulteriore forma di garanzia; oggi pressoché inutilizzata, a causa di un costo gravante sull'acquirente dell'1,46% sul valore del veicolo e per un ammontare che (con minimo di 150,80 euro) viene riscosso tanto per iscrivere che per cancellare l'ipoteca.

Al momento attuale resta comunque il fatto che, decorse ormai tre settimane di gennaio, l'avanzamento delle immatricolazioni è ai minimi termini e con notevoli differenze nelle quote traguardate dalle varie case. Con i livelli, ad esempio, particolarmente brillanti di alcune marche estere, a cominciare da Ford vicina al 10% di share e grazie all'ultima presentazione di Ka, in aggiunta a quella recente di nuova Fiesta. Stanno procedendo alla grande anche le consegne del gruppo Volkswagen, per merito di una marca capofila al 9,3% di penetrazione, supportato dall'ottima accoglienza di Golf VI, mentre la consociata Audi al momento presenta un peso del 6,8% e con la presenza di A4 tra i dieci modelli più venduti.

Si presenta meno brillante il provvisorio consuntivo del Lingotto, vicino al 26% di share e con la marca Fiat intorno al 21% di quota, ma saranno i prossimi giorni a ristabilire gli equilibri. In una settimana cruciale per l'accelerazione delle consegne e nella quale il principale brand torinese potrà fare affidamento, dopo il "porte aperte" di questo fine settimana, sulle nuove versioni a Gpl di Panda, Grande Punto e Bravo.

In attesa dei conclusivi aggiustamenti sui livelli di share, resta invece confermata la modestia di un gennaio proiettato a circa 170mila immatricolazioni, per una flessione nell'ordine del 27,3% sulle quasi 234mila immatricolazioni di un anno addietro e ben del 32,1% se riferita alle oltre 250mila auto consegnate in avvio del 2007 record.

 

 

 

Indotto, si cercano 260-290 milioni

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Martedí 27 Gennaio 2009

"C'è un tavolo giustamente convocato per valutare le difficoltà di un grande settore e di tutta la sua filiera. Decideremo nei prossimi giorni". Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro e della Salute, conferma l'intenzione del Governo di affrontare la questione dell'auto e dell'indotto.

E tra le ipotesi allo studio c'è – oltre a un mix di interventi che faciliti il ricorso al finanziamento degli acquisti a rate – anche quella di un progetto per rianciare la rottamazione, sulla base delle misure varate nel 2003, da coprire con una dote finanziaria di 260-290 milioni di euro. L'appuntamento è per domani pomeriggio a Palazzo Chigi. Il Governo ha l'intenzione di andare avanti, anche se in questi giorni la Lega ha puntato i piedi sugli aiuti alla Fiat. "Abbiamo già dato", ha ripetuto ieri il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli.

Ma la posizione del Carroccio potrebbe essere più di bandiera: Calderoli e con lui il presidente dei deputati Roberto Cota, hanno in mente interventi per tutto il comparto industriale, da concordare con Bruxelles.

Sarà questa la linea del Governo: un intervento ad ampio raggio, come prova la presenza domani non solo della Fiat ma anche delle case straniere, associazioni di imprese di componentistica, dei concessionari, dei produttori di moto e scooter, oltre che Confindustria e sindacati.

La presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, anche giovedì scorso, nell'incontro con il Governo, ha sollecitato interventi per tutta la filiera dell'auto, che tenga conto delle esigenze delle piccole imprese, con incentivi legati all'efficienza energetica, rinnovamento dei prodotti, mobilità eco compatibile, prendendo in considerazione, come azione di immediato effetto, la rottamazione. Anche il sindacato preme per decisioni al più presto. Per il numero uno della Fiom, Gianni Rinaldini, gli interventi devono essere legati all'occupazione. (N. P.)

 

 

 

 

Visita lampo di Marchionne alla Chrysler in Michigan

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DOCUMENTO / Il messaggio di Nardelli ai dipendenti Chrysler

Con Chrysler sette modelli per gli Usa

L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, lo scorso weekend ha fatto visita al quartier generale della Chrysler, ad Auburn Hills, nel Michigan. Una visita informale. Per conoscere i dettagli del piano di rilancio e parlare dell'alleanza con il Lingotto. Lo ha comunicato l'amministratore delegato della casa americana, Robert Nardelli, indirettamente, in una e-mail ai dipendenti, riportata dall'agenzia Bloomberg.

Pochi giorni dopo l'annuncio della Fiat, che entrerà in Chrysler con una quota del 35%, Marchionne e altri dirigenti del Lingotto hanno dunque colto l'occasione per uno scambio di opinioni con i manager della Chrysler e per dare un'occhiata alle vetture in produzione.

Nella e-mail, Nardelli fa il punto sul piano di ristrutturazione della casa americana, in vista della scadenza del 17 febbraio. Data entro la quale dovrà presentare un report al governo Usa per ottenere il finanziamento da 7 miliardi di dollari approvato dal Tesoro.

Tra le altre misure che il management sta attuando, Nardelli ha citato il tentativo di spuntare prezzi più bassi per i componenti da assemblare, il taglio dei margini per i rivenditori, la riduzione del debito a livelli sostenibili: "Il prestito del Tesoro - ha spiegato Nardelli - ci impone di cercare di risparmiare in tutti i modi".

Citroen-Fiat? Dopo l'accordo con Chrysler, si fanno sempre più insistenti le voci di una possibile ulteriore partnership tra il gruppo Psa e la Fiat. Una notizia che, per ora, non ha avuto conferma dai vertici di Citroen Italia. "Non so nulla di tutto questo, assolutamente. Non ho nessuna informazione a riguardo", ha spiegato Jean Philippe Imparato, direttore generale di Citroen Italia . "Quello che mi interessa, per ora - precisa il dg della casa d'oltralpe - è far bene sul mercato italiano con la nostra gamma di vetture". Attualmente l'unica collaborazione tra la casa del Lingotto e il costruttore francese, come ricordato dal dg, riguarda solo ed esclusivamente la gamma di veicoli commerciali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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